Tanta emozione per una persona che per oltre 42 anni ha mantenuto in piedi un’attività individuale prettamente artigianale tanto da diventare uno dei punti di riferimento di tanti castellani.
Parliamo di Angiolino Coccaro della ditta “All’Istante” di via Palestro 55, associata da tanti anni a Confartigianato Bologna Metropolitana, che ha ricevuto, assieme ad altre 14 attività il riconoscimento di azienda storica del Comune di Castel San Pietro nella serata del 28 agosto nell’ambito delle iniziative del “Settembre Castellano”.
Angiolino è un artigiano e le sue mani, coadiuvate da diversi macchinari, piani di lavoro e finissaggio, riparano calzature di ogni genere per bimbo, donna e uomo, usate o anche nuove, di suole in gomma e/o cuoio.
“Era l’aprile del 1982, ci eravamo sposati da circa due mesi – racconta la moglie Annarosa Negroni -, quando Angiolino prese la decisione di aprire un’attività tutta sua”.
“Io ho origini meridionali e sono arrivato a Bologna chiamato da colleghi che facevano i calzolai – continua Angiolino -. Da loro ho fatto la gavetta imparando tanto da artigiani molto capaci e innovativi, infatti il lavoro espresso non era usuale a quei tempi. Poi a un certo punto mi sono chiesto perché continuare a lavorare per altri. Così è nata ‘All’Istante’ e il nome racconta la filosofia che c’è dietro”.
“Furono anni difficili, di soldi ne giravano pochi ma con tanta volontà e quella passione che ad Angiolino non è mai mancata ce l’abbiamo fatta”, aggiunge Annarosa..
Da oltre 42 anni “All’Istante”, da sempre in via Palestro, è possibile trovare una risposta all’esigenza di riparazione di calzature, borse, valigie, cinture ed altri articoli in pelle, applicazioni di solette interne, salvasuola che proteggono la suola dall’assorbimento della pioggia e dell’umidità, salvacalze, alzatacchi, allargatura delle scarpe per adattarle perfettamente al piede. “Metto mano sia a scarpe usate che nuove, è un piacere ridare vita a tanti oggetti di abbigliamento o ad accessori che rischierebbero di essere gettati”,
Ci troviamo di fronte ad un lavoro prettamente artigianale dove la qualità nasce da un mix di lavoro manuale e di macchinari. Ma alla fine è la mano dell’uomo quella che dà il valore aggiunto. “Oggi lavori come il calzolaio rischiano di sparire e il loro valore lo si riconosce quando non ci sono più. Nel tempo molto è cambiato, oggi va molto l’usa e getta e la qualità del prodotto è calata. Arrivano oggetti dall’estero che durano pochissimo e, spesso, non ha senso ripararlo perchè non ne vale la pena. Sta nella nostra onestà farlo presente al cliente. Ma non mancano però coloro che vogliono recuperare le loro scarpe usate e sono sempre di più anche le persone che mi chiedono di adattare quelle nuove per contenere meglio il piede o aggiungere dei salvataggi in gomma per evitare di scivolare”, conclude Angiolino.
Il riconoscimento del 28 agosto premia una persona umile che con la forza della passione e il rispetto della clientela è riuscito a mantenere in vita una di quelle attività che aggiungono qualità alla comunità.