Sale del 5,9% l’export di micro e piccole imprese nei Paesi dove sale il peso delle forniture petrolifere all’Italia che nel frattempo sono risalite all’1,3% del Pil: si registra una crescita a doppia cifra per Iran (+15,9%) e Russia (10,7%).
Le tensioni registrate in Iran nelle ultime settimane, con manifestazioni di protesta che interessano le principali città del Paese, ripongono all’attenzione il complesso quadro geopolitico legato agli approvvigionamenti petroliferi. Negli ultimi dodici mesi l’Italia importa petrolio greggio per 21,662 miliardi di euro, in crescita rispetto al minimo di 17,071 miliardi del 2016 e riallineandosi ai valori del 2015 (21,447 miliardi). I primi dieci paesi fornitori dell’Italia di petrolio greggio (l’85,2% del totale) sono Azerbaijan, Russia, Iraq, Iran, Arabia Saudita, Libia, Kuwait, Kazakhstan, Nigeria e Stati Uniti.
Nel dettaglio sul mercato dell’Iran l’export di Mpi sale del 15,9%, in Russia del 10,7%, in Canada del 7,1%, negli Usa del 6,0%, in Kuwait del 2,6%; in questo gruppo di Paesi si registrano aumenti più contenuti per Azerbaijan (1,0%) e Algeria (0,6%), mentre le esportazioni scendono in Arabia Saudita (-3,7%) e Libia (-14,7%). Ristagnano, invece, le vendite del made in Italy (+0,4%) nei Paesi dove scende la relativa quota di import di petrolio greggio. Tra i maggiori paesi fornitori di questo gruppo si osserva una significativa riduzione del made in Italy di Mpi in Nigeria (-14,2%) e Iraq (-5,6%); in leggero calo le vendite in Egitto (-0,6%) mentre è in controtendenza il mercato del Kazakhastan che segna un aumento del 14,7% dell’export di Mpi.